La figura presenta la simbologia consueta dei catasti geometrici settecenteschi le strade sono rappresentate con linee continue di colore giallo, i corsi d’acqua con linee azzurre, i fabbricati in rosso chiaro e i terreni in marrone; la suddivisione del parcellare è resa mediante linee continue, con indicazione in ogni particella del numero e della superficie in stiora. A parte l’elenco delle 22 particelle, con il nome del proprietario e la misura della superficie: tutti i beni sono dell’Arcivescovado di Pisa, salvo la Torre di Vada con la dogana e il magazzino. La toponomastica è limitata ad alcune strade (Strada Maestra del Littorale, Strada Maestra che dalla Torre di Vada va al Riposo e, biforcandosi, va alla Voltaccia, Strada che dalla Casina della Guardia va alla Voltaccia che poi si biforca verso il Cason Nuovo, e ancora più a monte la Strada che dal Cason Nuovo va al Riposo) e ai corsi d’acqua (Fosso Masini che raccoglie tutti gli scoli dell’interno e confluisce nello Stagnolo di Ponente, Fosso della Vallicorsa, Fossa Campereccia). Sono indicati poi la Torre, la dogana e il magazzino di Vada senza toponimo.