Si tratta di una schematica rappresentazione ad acquerello e china della pianta della chiesa di Saturnia, con l’indicazione dei lavori che devono essere eseguiti. La pianta è allegata ad una relazione e ad una perizia delle spese relative al “resarcimento” della chiesa. Nella relazione l’ing. Giovanni Boldrini ne mette in evidenza le pessime condizioni a causa dell’umidità “che procede in parte dal tetto, il quale non avendo alcuna gronda, nel piovere si infradiciano tutte le muraglie, e in parte da tutto il pavimento, che resta inferiore al livello del suolo esteriore, talche per entrarvi deve scendersi uno scalino e questa umidità rendesi tanto più permanente perché la detta chiesa resta anche alquanto scura”. Oltre a questo si aggiunge anche il problema di due sepolture, per la mancanza di lapidi che “sigillino a dovere”.
L’ingegnere propone di innalzare il pavimento della chiesa (indicato in pianta con le lettere AAA) mediante un ciottolato a secco dalla porta fino al primo scalino del presbiterio, di scavare una “fossetta circondaria”, di riparare le travi del tetto danneggiate dall’acqua e costruire una gronda di ¾ di braccio, di rinforzare e intonacare le pareti ed aprire due finestre nella prima navata (indicate in pianta con la lettera B). Suggerisce inoltre di realizzare due nuove sepolture e una nuova porta di legname. La data attribuita alla carta è quella riportata nella documentazione scritta.