Il fondo, relativo all’Ordine cavalleresco fondato dal granduca Cosimo I nel 1561-62, comprende ben 1600 filze con documenti dal 1455 alla fine del secolo XIX. Sono state qui selezionate 362 mappe che riguardano il patrimonio fondiario (beni terrieri ed edilizi).
Archivi: Fondi
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Miscellanea di Piante
Le oltre 1700 figure (conservate in Archivio di Stato di Firenze, nel fondo Miscellanea di Piante) rappresentano la cartografia prodotta nei secoli XVI-XIX. Coprendo un arco temporale così ampio, presentano differenze sostanziali per tipologia, contenuto e dimensioni. Vi si ritrova, infatti, un vero e proprio universo cartografico composto da: carte a stampa, manoscritte, geografiche corografiche e topografiche, tematiche o parziali, vedute panoramiche e di dettaglio, prospettive di interi centri abitati o di loro parti, disegni di natura architettonica di singoli edifici (come planimetrie, alzati o spaccati) e disegni tecnici di vario genere.
Risultano prodotte dai migliori ingegneri-cartografi dell’amministrazione centrale e periferica dello Stato granducale e raramente furono stampate e commercializzate, proprio per la rilevanza politica, militare ed economica. Più esiguo, invece, appare il numero delle stampe riferibili alla cartografia privata.
Ricostruirne la storia, tra carte, registri e atlanti è un operazione complessa. All’eterogeneità delle provenienze e alla casualità propria di ogni fondo miscellaneo si aggiunge, nel caso specifico, una carenza di informazioni sulle vicende subite dalla documentazione cartografica, peraltro considerata minore nei secoli passati. Il nucleo originario del fondo pare comunque risalire ai primi decenni del secolo XIX. -
Comune di Grosseto (I deposito)
Estremi cronologici: 1500-1904, con documenti fino al 1945.
Il fondo costituito da 2611 unità, raccoglie la parte più antica dei documenti prodotti dal Comune di Grosseto come gli statuti, le gabelle, le memorie e gli spogli. Molto interessante è la documentazione relativa all’Opera di Santa Maria delle Grazie del duomo di Grosseto e il materiale inerente le comunità di Batignano, Castiglione della Pescaia e Istia. Di pregio sono gli spogli e i repertori di Francesco Anichini che raccolgono notizie sulla comunità di Grosseto fino dal 1420.
Per quanto riguarda la documentazione cartografica, nella sezione preunitaria sono stati individuati e catalogati ben 111 disegni relativi ai lavori pubblici realizzati nel territorio comunale fra la prima metà dell’Ottocento e la prima metà del secolo successivo. -
Comune di Colle di Val d’Elsa
Il fondo Comune di Colle di Val d’Elsa copre un arco temporale che va dal XII al XIX secolo. L’archivio fa riferimento al comune di Colle di Val d’Elsa, terra che dal 1269 entrò a far parte del dominio di Firenze, salvo poi, a partire dal 1814, risultare compresa all’interno della giurisdizione senese. Di particolare interesse è la collezione di carte topografiche conservate al suo interno con particolare menzione a quelle redatte nel corso del XVIII secolo dall’ingegnere colligiano Ferdinando Morozzi.
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Prefettura di Grosseto (I versamento)
Il fondo copre un arco temporale compreso fra il 1850 ed il 1962 ed è costituito dal materiale relativo all’attività della Prefettura e del Prefetto, nella duplice funzione di rappresentante del potere centrale e della periferia. Cessate le funzioni dell’ufficio prefettizio di epoca granducale, con il r.d. 9 ottobre 1861 n. 250 e con la legge 20 marzo 1865 n. 2248 furono definite le funzioni di tale istituto nel Regno d’Italia. In particolare il Prefetto mantenne le funzioni di rappresentante del potere esecutivo e di autorità amministrativa. Nel 1927 i Prefetti divennero la più alta autorità dello Stato nella provincia, diventando i diretti rappresentanti del potere esecutivo centrale. Dopo il 1947, le funzioni del Prefetto furono riportate alla fase prefascista.
All’interno del fondo si trova la documentazione relativa alla gestione economica (e non solo) dei Comuni e della Provincia, alla sanità, agli affari di polizia ed al mantenimento dell’ordine pubblico, ai sussidi alle famiglie, all’assistenza ai bisognosi, alle leggi ed alle circolari emanate dal Governo e infine agli atti necessari al funzionamento dell’Ufficio. Il materiale cartografico presente riguarda la vendita delle tenute ecclesiastiche in seguito alle leggi eversive e più in generale i lavori pubblici realizzati fra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.
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Prefettura Granducale Preunitaria di Grosseto
Il fondo raccoglie la documentazione relativa alla gestione del territorio dopo l’istituzione dell’ufficio prefettizio di epoca granducale, coprendo un arco temporale compreso fra il 1848 ed il 1867. All’interno sono comunque presenti, nella serie “affari ecclesiastici”, documenti che risalgono al 1806.
La Prefettura fu istituita con il motuproprio del 9 marzo 1848, con il quale fu nel complesso ridisegnato il quadro amministrativo del Granducato. Il Prefetto, di nomina granducale, era nello stesso tempo capo del Governo e capo amministrativo del compartimento. Come rappresentante del potere centrale era responsabile del mantenimento dell’ordine pubblico ed aveva quindi funzioni di polizia, nelle quali era assistito dai Delegati di Governo (ufficiali di polizia amministrativa); in qualità di capo amministrativo aveva invece il compito di tutelare le amministrazioni dei comuni e dei luoghi pii assistito dal Consiglio di Prefettura.
Le funzioni della Prefettura di epoca granducale cessarono in seguito alla costituzione del Regno d’Italia. In particolare con il r.d. 9 ottobre 1861 n. 250 e con la legge 20 marzo 1865 n. 2248 si definirono le funzioni del nuovo istituto prefettizio.
Il materiale documentario è suddiviso in ventidue serie ed è costituito da protocolli, registri degli affari, leggi, decreti, circolari, atti inerenti gli affari governativi, ecclesiastici, dei comuni e delle opere pie. Vi sono inoltre documenti inerenti gli affari di polizia, la pubblica istruzione, il carteggio fra il Prefetto ed il Ministero dell’Interno ed infine, nella serie “Servizio di Acque e Strade”, vari progetti e cartografie prodotti dagli ingegneri in capo e distrettuali. -
Piante antiche dei confini
Le piante e le carte relative ai confini dello Stato toscano facevano anticamente parte dell’archivio dei Nove conservatori della giurisdizione e del dominio fiorentino, magistratura alla quale era affidata anche la tutela dei confini dello Stato durante il Principato mediceo. Durante il periodo lorenese, una parte delle competenze svolte dagli organi centrali fu trasferita alle nuove comunità istituite o rinnovate, procedendo con l’abolizione nel 1769 delle magistrature dei Nove e dei Capitani di parte ed alla creazione della Camera delle Comunità. Questo nuovo organo, dotato di personale tecnico, ed organizzato in due settori (quello degli affari contenziosi e quello degli affari economici) ebbe anche competenza sulle questioni di confine nonché la gestione del relativo archivio. Con il motuproprio del 5 aprile 1784 l’archivio delle Riformagioni, all’interno del quale era confluito due anni prima anche l’archivio dei Confini, fu trasferito alle dipendenze dell’Avvocato regio (creato nel 1778) a cui fu attribuita anche la funzione giurisdizionale sui confini e la cura del relativo archivio, precedentemente ordinato e inventariato. Il materiale cartografico fu così distinto fra “Piante antiche”, anteriori al 1782, e “Piante moderne”, relative al periodo 1782-1857. Le prime furono raccolte in registri o arrotolate in tubi di ferro detti “cannoni” e suddivise come le filze corrispondenti, alle quali sono collegate mediante rinvii, in nove “caselle” relative ai differenti tratti di confine del Granducato. Le altre, sempre arrotolate in tubi di ferro, furono invece suddivise in sezioni.
Nel periodo della dominazione francese così come al momento della restaurazione del Granducato, nel 1815, le questioni concernenti i confini ed il relativo archivio continuarono ad essere amministrate dall’Avvocato regio. -
Genio Civile [di Grosseto]
Il fondo contiene la documentazione relativa alla bonifica e alla manutenzione di fiumi, fossi ed opere idrauliche. Contiene inoltre progetti di realizzazione e conservazione di strade e fabbriche civili.
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Manoscritti
Il fondo Manoscritti copre un arco cronologico che va dal XV al XX secolo. Il nucleo più consistente della raccolta è costituito dalla collezione posseduta dall’abate Galgano Bichi che, tra la fine del secolo XVII e l’inizio del secolo XVIII, eseguì ricerche d’archivio e di storia locale. Ad essa si aggiungono altri manoscritti giunti tramite dono o acquisto comprendenti per lo più ricerche genealogiche, elenchi di risieduti nelle varie magistrature, studi sulla storia del territorio, spogli di diplomatici e di archivi delle principali istituzioni senesi.
