Si tratta delle piante delle bandite di Renaccio e S. Cerbone, situate a sud-est di Firenze. La prima è di proprietà del marchese Renuccini, mentre la seconda appartiene al duca Salviati. La rappresentazione del paesaggio risulta particolarmente accurata: la vegetazione è riprodotta con sfumo di colore e simboli, mentre gli abitati e gli edifici sparsi sono resi prospetticamente. Sono indicate anche la rete idrica, e quella stradale. Per quanto riguarda la bandita di Renaccio sono riportati il fiume Arno, i fossi di Golbaiole, Castelfranco, Rigolfi, il borratino de’ Cappelli e il Sala Piccola, e viene indicata la via di Sala Piccola, che conduce a Castelfranco. Per quanto riguarda invece la bandita di S. Cerbone si riportano il fiume Arno con i suoi affluenti (quali il fosso S. Cipriano, i borri Restone, Vinchiesino, Abeci, Barduccio e Cesto), il fosso di Ponte Rosso, il fosso di Rimaggio, e le strade che collegano fra loro i vari centri abitati, fra cui il principale quello di Figline, scrivendo però la denominazione solamente per la “via che mena all’Improneta” e per la “via Vicinale”, che staccandosi da questa attraversa la bandita e incontra il torrente Ciesto con il “ponte alli Sturri” .