La pianta raffigura una tenuta di terreni (dell’estensione di stiora 4719, panora 3, pugnora 3, braccia 5) di pertinenza dei poderi del Colle, Bigiano, Scarelli, Barberino, Forra, Cioffoli, Casabianca e Radichia. Non è indicata alcuna divisione, data l’impossibilità di individuare gli antichi confini. Sono evidenti l’uso e la sistemazione del suolo (terreni “lavorativi, vitati, pasturati, pollonati e boscati di querce”), la suddivisione degli appezzamenti, le strade e i fossi scolo. Con le lettere A, B, C, D sono indicati rispettivamente: la chiesa di S. Cerbone, la casa da lavoratore del podere del Colle, la piccola casa con vigna detta Campo Rimoli e infine la Cappellina di S. Brena. Sono indicati, con estrema precisione, anche i confini (beni delle Monache di S. Apollonia, del Comune de’ Poggesi, della Compagnia della Pieve a Rubbiana, delle Monache di San Piero, degli eredi del sig. Giulio della Rena, degli eredi del sig. Domenico Marchi, degli eredi del sig. Girolamo del Minga, della Pieve di San Miniato a Rubbiano, del sig. Miniato Miniati, del sig. Simone da Bagnano, con i terreni del podere di Eggi e dei poderi di Scarelli, Bigiano, Forra, Barberino, Cioffoli, Casa Bianca, Radichia, con i beni della Chiesa di Borri, la chiesa di Santo Stefano a Borri, i Beni dei Monaci di Monte Scalai, con i beni del dott. Filippo Neri, i beni del sig. Iacopo Signoretti, di Giuseppe Ciambellotti e dello Spedale del Poggio alla Croce) e i proprietari di alcuni boschi situati all’interno del corpo (Strozzi, Mozzi, Ancisi, Filicaia). Un’annotazione posta in basso a sinistra spiega che il bosco segnato con la lettera E fu ceduto in permuta dal sig. Filicaia con la piaggia del Noce.