Il disegno, copia a stampa di un disegno precedente, si trova alla fine di una filza che contiene esclusivamente documentazione relativa al Piano di Sinalunga. Il disegno, che si inserisce nell’ambito della bonifica della Val di Chiana, è incentrato sull’idrografia (canali di scolo, fossi, argini, fiumi, acquitrini ecc.) e sulla viabilità (strade e vie). Non si evidenziano le caratteristiche geo-morfologiche dell’area rappresentata eccetto qualche caso come per esempio il pantano (in basso a sinistra segnalato con dei puntini ed uno sfogo laterale) indicato come area “Ricolma attualmente sotto acqua per la Religione” (Religione di San Stefano), la “Colmata Passerini” (in basso, delimitata da una piccola zona paludosa) e la “Colmata Terrosi” (in basso). Due i centri abitati individuati: Sinalunga (disegnata in alzato mediante un insieme di casette ed una torre) e Bettolle (una semplice chiesetta). Nella rappresentazione si trovano lettere maisucole che rimandano ad una legenda alfabetica non direttamente presente sul foglio. Le lettere sono richiamate nella lunghissima “Relazione Sopra l’escavazioni fatte per lo scolo delle Acque stagnanti nel Piano di Sinalunga” di Fabiano Fabiani alla quale è allegata. Nel documento si parla dei gravi danni che gli abitanti ricevevano dalle acque stagnanti poiché “occupano queste tanta vastità di Paese, quanta è l’estensione della loro superficie, onde niun frutto possono ritrarne i Possessori col non poter ridurre a coltura il suolo già inondato. Quello però, che più importa è quel gran pregiudizio, che sogliono apportare le acque stagnanti, quando alzandosi da essi nè tempi specialmente della State esalazioni nocive, e puzzolenti, può con molto probabile fondamento tenersi, che da esse rimanga infetta l’Aria, ò almeno scemata la di lei salubrità”. Cfr. ASS, Quattro Conservatori 2070: Relazione Sopra l’escavazioni fatte per lo scolo delle Acque stagnanti nel Piano di Sinalunga, Fabiano Fabiani, [1737]. Dal medesimo documento si evince che la pianta e la relazione furono presentate nella causa tra “l’Illustrissima, e Sacra Religione di Santo Stefano e Consorti della Lite, e tra la Comunità, ed Uomini di Sinalunga, ed altri Interessati, data in luce l’Anno 1737 “. Nel marzo del 1742 l’ingegnere Tommaso Perelli, visitando la pianura ed esponendo il proprio parere, entrò nel vivo della questione. In basso a destra: “Profilo del Pensiero del signor Franchi” e sotto “Profilo del Pensiero del signor Nardi”. La mappa sulla destra riporta il nome dell’incisore: “Franco Visconti Sc”.