La presente pianta mostra il corpo di terre situato ed est dell’abitato di Montemassi, che si estende nelle contrade di Sassabruna, Cannella, Fonte di Gano e Fontone, e comprende anche i campi denominati Nalberi, Vigna della Capra e Vigna della Sbirra.
Si tratta di terreni lavorativi di buona qualità, per lo più olivati, che dopo essere stati malamente sfruttati dai marchesi Malaspina, si presentano agli occhi dell’ingegnere in un grave stato di abbandono come “macchia folta” o “bosco forte”. Solamente un’estensione di terreno lungo il fosso di Cannella risulta lavorativa olivata e pomata.
Molto accurata è la rappresentazione del paesaggio agrario con sfumo di colore e vegetazione a simbolo, così come l’indicazione di confini costituiti da muri, strade, argini o fossette “camporili”, dei corsi d’acqua (fosso di Cannella, fosso Berrettino, fosso del Picciolo) e della rete viaria (strada comunale, strada di Siena, strada di Cannella, strada detta di Coscionna, strada del Mulinaccio).
L’intero complesso confina a nord con le proprietà Volpi, Monni, Loli e la comunità di Montemassi, ad est con il fosso Berrettino, la proprietà Volpi, la strada del Mulinaccio, la proprietà Bichi, la comunità di Montemassi e ancora con il fosso Berrettino, a sud con la strada di Coscionna e il fosso Cannella, ed infine ad ovest con le proprietà Bichi, con quelle della Pieve e della comunità di Montemassi, con il Prato dei Gigli, con il Volpi, il Bartali, il Loli, il Monni, il Guscioni, la strada comune, il fosso del Picciolo e infine con i terreni del Manfanetti.
Da notare la freccia posta in basso “presso la scala” che come la rosa dei venti deve, secondo il Razzi, indurre “alla cognizione della sicura esistenza di ciascun Campo, e come stia ciascuno di essi diretto alla Tramontana per poter rinvenire ove è situata la tramontana non meno, che gli altri Venti”.