Si tratta della pianta della Tenuta del Castagnolo dei nobili fratelli Petrucci, nella quale si riportano in maniera piuttosto precisa l’uso del suolo (vigna, uliveto, terreno sodo e boschivo) indicato a simbolo, gli edifici presenti (segnati a numero e descritti nelle annotazioni: podere Castagnolo, Chiesa e camposanto, fornace e podere annesso, porcareccia, caprareccia) i fossi (Melaccia, dell’Uliveto, del Lupo, delle Macine), la strada Montagnola che va’ in Maremma, la strada antica di Cinigiano, il Poggio del Tesoro e l’indicazione di alcuni terreni contesi, che sono segnalati con le lettere A, B, C, e D.Il disegno realizzato da Giovanni Bucci rappresenta una copia della pianta da lui stesso disegnata insieme all’agrimensore Giovanni Antonio Porciatti il 14 giugno del 1783 e conservata da Sebastiano Bianciardi, agente della famiglia Petrucci di Siena, in seguito ad una questione di confini sorta fra i fratelli Petrucci e la comunità di Cana (poi passata nella nuova comunità di Cinigiano). I Petrucci intendevano recuperare alcuni terreni, secondo loro, spettanti alla Tenuta ereditata dal defunto nobile senese Fedro Bandini. Il vicario regio di Arcidosso viene quindi incaricato dal cancelliere comunitativo di Grosseto “di procurare un’amichevole transazione”. Incaricati gli agrimensori Bucci e Porciatti delle misurazioni e della realizzazione della pianta dei terreni, il 18 novembre 1784 viene raggiunta la transazione e stabiliti i confini della Tenuta: strada Montagnola, comunità di Arcidosso, comunità di Stribugliano, fosso Melacce, fosso dell’Uliveto e Poggio del Tesoro.A questo punto, definita la superficie della proprietà, che risulta di moggia 54.9 (circa 163 ettari) i Petrucci richiedono la riunione del pascolo al suolo.