Si tratta, come si evince dal titolo, della pianta del podere di Castello di dominio diretto delle monache dello Spirito Santo, ma tenuto a livello dalla sig.ra Ceccherelli. E’ situato nel Popolo di S. Alessandro all’Incisa, nella Comunità di Reggello, e Vicariato di S. Giovanni. La rappresentazione, particolarmente accurata nell’uso di simboli e sfumo di colore, mette bene in evidenza l’uso e la sistemazione del suolo (terreno lavorativo nudo, vitato e pioppato, sodo, bosco di quercioli, lavorativo vitato, fruttato), la suddivisione degli appezzamenti, le strade (strada che da Castel Vecchio va all’Incisa, strada che da Scaraggi va all’Incisa, viuzzo che da Castagneto va all’Incisa) e i corsi d’acqua. Il corpo principale del podere (costituito dagli appezzamenti indicati con le lettere A, B, C, D, E, F, G, H, I, L, M, N) è delimitato dal borro di Chiesa Nuova, dai beni del senatore Mozzi, dai beni della Chiesa di S. Vito a Loppiano, dal Borro delle Balze, dai beni del sig. Lorenzo Nannoni, dai beni del rev. sig. Luti, dei fratelli Brucalassi, del sig. Guercini e infine dai beni della comunità di Reggello. Vi sono poi altri tre appezzamenti di terrenoseparati indicati con le lettere O, P e Q. Il primo si estende lungo il fiume Arno a confine con i terreni del duca Strozzi, del cav. Da Filicaia e del marchese Ximenes; il secondo, dove si trova la casa del contadino, è invece ubicato lungo la strada che scende in castello e confina con i beni del senatore Mozzi; il terzo infine, si estende lungo la strada che va alla fattoria di Prulli e confina con i beni del duca Strozzi e del senatore Altoviti. Il palazzo abitato dalla sig.ra Ceccherelli si trova presso il bosco di Quercioli indicato con la lettera I, difronte alla casa di Fattoria del senatore Mozzi. In basso a sinistra sono riportate con estrema precisione le superfici di ogni singolo appezzamento sia in misure moderne che antiche, ed anche le “staja a seme”. Un’annotazione spiega che gli appezzamenti O e Q si trovano nel Popolo di San Miniato al Montanino. Un’ulteriore annotazione, apposta sul bordo inferiore della tavola e firmata “Bagnesi”, spiega invece che la carta fu acquistata il 12 giugno 1909 da un “rivenditore di mobilia” in via dei Lerni.