La pianta raffigura l’area che si estende a sinistra del fiume Arno fra la valle dell’Inferno e il borro Dogana nella fattoria di Montevarchi. Si riporta con precisione la suddivisione dei terreni in particelle, indicando per ciascuna di esse la proprietà, il livello e la superficie. L’ampia fascia di terreni immediatamente adiacenti all’Arno, attraversati dal fiume Ambra suo affluente, di cui fa parte anche il podere di Monabice, sono di proprietà granducale e concessi a livello ai sigg. Vestri, Guerri, Turini, Micchi, Torioli, Benedetti e Spaghetti. Sono indicati anche la rete viaria (riportando però solo la denominazione delle strade più importanti, quali la strada Maestra Aretina, via della Casella, strada del Pecori, via del Guerri, via del Nobolo, via del Filicaia, via della Fonte e via del Prunello), gli insediamenti (come ad esempio l’abitato di Levanella lungo la strada Maestra Aretina), ed in particolare il complesso sistema idrico che attraversa la zona, costituito da canali, gore e fossi, come il Borratino del Capannese che sfocia in Ambra presso il prato delle MM. di S. Gaggio, il borratino delle Bocchette che sfocia in Arno presso il confine fra il podere di Monabice e la proprietà dell’Auditore Soldani Bensi, il borro del Palazzetto che confluisce nel Borro di Caposelvi affluente dell’Ambra, il borratino di Levanella, il Borratino di Validago, il fosso Reale, il fosso di scolo lungo l’argine reale vecchio, il nuovo fosso di scolo realizzato lungo la spalla d’Arno (parallelamente all’argine imperiale nuovo) e il borro del Filicaia.