Si tratta della pianta delle due porzioni di terreno denominate Secchete e Selvaccia che, in seguito alla soppressione della dogana di Montemassi, vengono assegnate con sovrano rescritto del 15 marzo 1786 a Giuseppe Pinelli.
Nel disegno, che fa parte della documentazione estratta nel giugno del 1804 dalla “matrice dell’istrumento di Compra e Vendita” fra la comunità di Roccastrada e Giuseppe Pinelli che è conservata presso l’archivio notarile di Siena, si indicano con precisione i confini delle due porzioni, e in particolare si segnalano con le lettere A e B le linee di confine concordate con il marchese Cambiaso. Per quanto riguarda la linea B, che come specificato in pianta ha il suo caposaldo nel capannone di Monte Lattaia, va detto che viene inizialmente determinata mediante l’apposizione sul terreno di alcuni pali di legname da sostituirsi poi con dei termini di pietra. In seguito ad un incendio la linea di confine così definita torna ad essere incerta e gli agenti del Cambiaso tentano di farla avanzare a danno del Pinelli, che denuncia l’abuso chiedendo di essere indennizzato e in più decide di citare in giudizio la comunità di Roccastrada rimasta indifferente alla questione. Nonostante le numerose sentenze l’affare rimane comunque sospeso fino al 1821, anno in cui viene ripreso dagli eredi del Pinelli.
La pianta originale viene realizzata da Giovanni Sebastiano Flosi nei giorni immediatamente precedenti alla stipula del contratto avvenuta il 27 orrobre 1787.
Questa documentazione fa parte della pratica inviata dal Commissario della Provincia Inferiore Senese alle competenti magistrature fiorentine in relazione alla causa fra il Pinelli e la comunità di Roccastrada.
Si vedano anche le cc. 68v, 84r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 933.