Si tratta di un accurato disegno policromo delle due porzioni di terreno denominate Selvaccia e Secchete che, in seguito alla soppressione della dogana di Montemassi, vengono assegnate con sovrano rescritto del 15 marzo 1786 a Giuseppe Pinelli.
La porzione della Selvaccia (A) di moggia 30, staia 13 e tavole 10 confina con la strada di Castiglioni, il Chiusone, la strada grossetana, un’altra porzione di terreno denominata Selvaccia venduta al marchese Cambiaso e la strada dogana che da Montemassi conduce al pian del Neci. Da qui la linea di confine procede fino ad una troscia ricongiungendosi poi con la strada di Castiglione.
La porzione denominata Secchete (B) di moggia 11 e staia 7 confina invece con il fiume Asina, la tenuta di Monte Lattaia del marchese Cambiaso, la strada di Castiglioni e la proprietà del marchese Bichi.
Da notare, oltre alla rappresentazione del paesaggio agrario con vegetazione a simbolo, la precisa indicazione delle linee di confine con i rispettivi termini. In particolare si osservi la linea retta (della lunghezza di pertiche 46) che definisce il confine con la porzione Selvaccia del marchese Cambiaso, determinata mediante l’apposizione sul terreno di quattro pali di legname da sostituirsi poi con dei termini di pietra.
La pianta viene realizzata dall’ing. Sebastiano Flosi il 10 ottobre 1787, pochi giorni prima della stipulazione del contratto di vendita avvenuta il 27ottobre.
La pianta fa parte della documentazione raccolta e inviata dal Commissario della Provincia Inferiore Senese alle competenti magistrature fiorentine in relazione alla causa fra il Pinelli e la comunità di Roccastrada.
In seguito ad un incendio infatti, la linea di confine stabilita con il marchese nella porzione Selvaccia torna ad essere incerta e gli agenti del Cambiaso tentano di farla avanzare a danno del Pinelli, che denuncia l’abuso subìto chiedendo di essere indennizzato e in più decide di citare in giudizio la comunità di Roccastrada rimasta indifferente alla questione. Nonostante le numerose sentenze, l’affare rimane sospeso fino al 1821, anno in cui vie ripreso dagli eredi del Pinelli.
Si vedano anche le cc. 84r-85r, Commissario della Provincia Inferiore Senese 933.