La figura presenta la simbologia consueta dei catasti geometrici settecenteschi le strade sono rappresentate con linee continue di colore giallo, i corsi d’acqua con linee azzurre, i fabbricati in rosso chiaro e i terreni in marrone; la suddivisione del parcellare è resa mediante linee continue, con indicazione in ogni particella del numero e della superficie in stiora. A parte compare l’elenco delle 28 particelle (fabbricati e terreni) con il nome del proprietario e la misura della superficie, con distinzione tra “casa” o “terra”: quasi tutti i beni sono dei Bombardieri e dei Buoncristini. Molto scarsa la toponomastica, limitata ai corsi d’acqua (Fiume Fine, Borro del Ricavo che confluisce nel Fine dove si trovano le “vestigie del Ponte Vecchio della Fine”), ad alcune strade (Strada dell’Aia dei Fichi detta anticamente, la Strada che va al Ricavo e in Vada” che è parallela ad una “Strada vecchia disfatta”) e a pochi altri elementi come il Podere del Cason Vecchio, il Mulino del Riposo alimentato della gora, con accanto l’Osteria e il Ponte del Riposo (sul Borro di Ricavo).