Si tratta della pianta del podere dell’Apparita, posto nel “Popolo di S. Colombano a Bibbiena, Potesteria di S. Casciano”. Sono evidenti l’uso e la sistemazione del suolo (in parte terreno lavorativo olivato, vitato, fruttato e in parte boschivo “a fuoco”), la suddivisione degli appezzamenti, le strade (strada romana), gli stradoni interni e i corsi d’acqua (fiume di Pesa). Il tutto si estende su una superficie di stiora 426, panora 2, pugnora 9 e braccia 5 e confina con i beni di Antonio Pazzi, della Chiesa di S. Colombano a Bibbiena, i beni Gheradini, i beni della Mensa episcopale alienati al Gherardini, dei Padri di S. Agostino, di Pietro Tucci e infine con i beni Catani. In basso a destra è riportata la veduta della casa da lavoratore indicata in pianta con la lettera A. Dalla descrizione si apprende che il podere fu acquistato dagli Uffiziali della Torre come bene di Filippo Strozzi nel 1539.