Archivi: Raccolte

  • Cabreo della Grancia di San Quirico spettante al pio regio ospedale di SIena fatto l’anno 1766 d’ordine dell’illustrissimo signor cavaliere Girolamo Pannilini rettore da me Florenzio Razzi ingegnere senese

    Il cabreo fu realizzato nel 1766 dall’ingegnere senese Fiorenzo (o Florentio) Razzi, autore di altre 4 raccolte commissionate dall’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. Si tratta di un registro cartaceo manoscritto legato in cuoio, di 41×49 cm circa, composto da 38 fogli numerati di cui 15 figure (disegni a penna su carta, acquerellati, la maggior parte su su pagina doppia), che raffigura e descrive i poderi e i terreni di pertinenza della Grancia (fattoria) di S. Quirico, nel territorio della Valdorcia, di proprietà di quell’ente religioso. In allegato, un piccolo inserto rilegato contenente altre informazioni riguardo alla proprietà.

  • Pianta de Beni di Monte Pescali dello Spedale Grande di Siena

    Il cabreo fu realizzato nel 1715 dall’ingegnere senese Ansano Ruini, su commissione dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. Si tratta di un registro cartaceo manoscritto legato in pelle, composto da 28 fogli numerati di cui 13 figure (disegni a penna su carta, acquerellati su pagina doppia), che raffigura e descrive gli immobili e i terreni di pertinenza della Grancia (fattoria) di Montepescali, nel territorio maremmano poco a nord di Grosseto, di proprietà di quell’ente religioso. Nel 1775 venne eseguito un altro cabreo della stessa grancia. In allegato troviamo un registro cartaceo rilegato di 34 carte, contenente annotazioni e descrizioni relative al cabreo, firmato da Enea Silvio Guadagni.

  • Cabreo dei beni spettanti a Sua Eccellenza il Sig.r marchese Giov. Cambiaso di Domenico nel suo marchesato di Monte Massi e Rocca Tederighi fatto da me Florenzio Razzi ing. l’anno MDCCLXX

    In seguito al processo di rifeudalizzazione che caratterizza il sistema politico-istituzionale e amministrativo del Granducato di Toscana dal XVI al XVIII secolo, vengono a ricostituirsi anche i feudi di Roccatederighi e Montemassi. Dopo l’annessione della Repubblica di Siena al Principato, i due castelli passano sotto il dominio del governo mediceo e successivamente, con i diplomi del 29 ottobre 1616 e del 19 settembre 1632, prima quello di Roccatederighi poi quello di Montemassi, vengono concessi in feudo dai granduchi Cosimo II e Ferdinando II con il titolo di marchesato a Giovan Cristofano Malaspina (dei marchesi Malaspina di Mulazzo). La famiglia Malaspina rimane al governo fino al 1770, anno in cui Cesare pronipote di Giovan Cristofano, forse per ragioni economiche, decide di vendere i diritti sui feudi a Giovanni Cambiaso di Domenico, esponente di una delle casate nobiliari più importanti di Genova. Immediatamente dopo l’acquisto, il marchese Cambiaso incarica l’ingegnere senese Florenzio Razzi di realizzare un cabrèo che racchiuda precise relazioni e piante dei terreni di sua proprietà, dopo una minuziosa ricerca fatta visitando “palmo a palmo” i due feudi. Ecco quindi che il 30 settembre 1770 l’ingegnere consegna al suo committente questo lavoro. Si tratta di un volume manoscritto legato in pelle, di 290×470 mm, composto da cc. 90 di cui 27 piante acquerellate, che descrive e raffigura i terreni ed i poderi appartenenti al feudo. Sono mancanti le cc. 9–10 relative all’abitato di Montemassi. Nel frontespizio è rappresentato lo stemma della famiglia Cambiaso costituito da uno scudo sormontato da una corona marchionale, nel cui interno sono raffigurati due levrieri controrampanti ai lati di una scala.

  • Cabreo delle possessioni componenti la Grancia delle Serre fatto dall’Ingegniere Giuseppe Maria Zaccheri il 5 aprile 1751 […]

    Il cabreo fu realizzato nel 1751 dall’ingegnere Giuseppe Maria Zaccheri (autore nel 1749 del cabreo della Grancia di Prata), su commissione dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. Si tratta di un registro cartaceo manoscritto legato in asse (legno) e pelle, di 28×45 cm circa, composto da 79 fogli numerati di cui 56 figure (disegni a penna su carta, acquerellati), che raffigura e descrive gli immobili (con pianta e prospetto), i poderi e i terreni di pertinenza della Grancia (fattoria) delle Serre di Rapolano, nel territorio delle Crete senesi, di proprietà di quell’ente religioso. Di ciascun appezzamento si riporta una dettagliata descrizione dei proprietari confinanti e delle diverse tipologie colturali. Alcune mappe portano la firma degli ingegneri Alessandro Nini e Bernardino Fantastici che nel 1784 effettuarono una ricognizione generale dei terreni della grancia allo scopo di verificare l’attendibilità delle mappe. Un inserto allegato contiene due mappe eseguite posteriormente (1770-1780 circa) e firmate da Luigi Rossi ed una mappa sciolta firmata dal pubblico agrimensore senese Francesco Pasquale Gabbrielli. Il manoscritto originale risulta pesantemente danneggiato dall’umidità ed è escluso dalla consultazione. Nel titolo si dice che i possessi sono presentati così “come rilevati da una relazione di suo carattere nel libro liti e sentenze dal 1746 al 1761, tomo 11 numero 41.

  • Estimario di S. Quirico d’Orcia

    Si tratta di un atlante con copertina rigida rilegato in cuoio, di grande formato (100×80 circa) composto da 31 fogli, con 29 mappe catastali e due pagine bianche. Ogni mappa (definita “Matrice”) riporta, oltre al disegno dei beni, l’indicazione del Popolo, il numero progressivo (in caratteri romani) popolo per popolo, e l’orientamento, con il nord in alto, indicato da una freccia. Non sono riportati né gli autori, né la datazione, né la scala che però è molto grande (intorno a 1:1500). La raccolta consiste nelle “Matrici” del Popolo di S. Quirico e S. Giuditta (I-XXI), di S. Biagio in Vignoni (I-VII) e di S. Simeone di Rocca d’Orcia (I). La raffigurazione è geometrica e sono tracciati, a lapis, i segni delle triangolazioni. Il disegno delle mappe è molto accurato e riporta, oltre ai terreni, le planimetrie degli edifici (in rosso chiaro), le strade (con classiche linee marrone chiaro) e i corsi d’acqua (con strisce azzurre, ad eccezione dell’Orcia che è reso in scala molto più grande e disegnato con particolare cura). La parte descrittiva si trova in alcuni volumi a parte, conservati sempre all’Archivio di Stato di Siena.

  • Grancia del Sasso. Cabreo dei beni di detta tenuta situati nella comunità di Cinigiano di diretto dominio del regio spedale di Santa Maria della Scala di Siena allivellati al signor Bernardino Lenzi di Monterotondo con contratto del 14 maggio 1788 […]

    Il cabreo della Grancia del Sasso, eseguito dall’agrimensore Giovan Battista Bucci, si differenzia molto dagli altri, essendo un prodotto ottocentesco, realizzato dopo il catasto geometrico particellare degli anni ’20-’30, al quale le rappresentazioni si riferiscono. Nel titolo, infatti, si dice che i disegni sono “estratti dalle mappe catastali della suddetta comunità esistenti nella cancelleria di Arcidosso e riscontrati sul posto nel 18 dicembre 1837 e successivi”. Vi si raffigurano e descrivono i beni di proprietà dell’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena facenti parte di quella tenuta, posti nella Comunità di Cinigiano e concessi a livello al Sig. Bernardino Lenzi di Monterotondo. Si tratta di un registro cartaceo manoscritto legato in cartone, di 47×36 cm circa, composto da 14 fogli numerati di cui 6 figure (disegni a penna su carta, acquerellati. Ciascuna carta è completata da una breve legenda con notizie relative alle misure, i proprietari confinanti, l’uso del suolo. Tutti i beni risultano all’epoca allivellati al signor Lenzi con contratto “rogato dal notaio signor Giovan Battista Gioielli di Massa” nel 1788.

  • Cabreo della Grancia di Bossi spettante al pio cesareo spedale di Siena principiato l’anno 1760 e terminato l’anno 1761 per ordine dell’illustrissimo signor cavaliere Girolamo Pannilini rettore del detto spedale

    Il cabreo fu realizzato nel 1760-61 dall’ingegnere senese Fiorenzo (o Florentio) Razzi, autore di altre 4 raccolte commissionate dall’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena. Si tratta di un registro cartaceo manoscritto legato in pelle, di 37×49 cm, composto da 40 fogli numerati di cui 13 mappe (disegni a penna su carta, acquerellati posti su pagina doppia), che raffigura e descrive gli immobili (con pianta e prospetto), i poderi e i terreni di pertinenza della Grancia (fattoria) di Bossi, nel territorio di Castelnuovo Berardenga, di proprietà di quell’ente religioso.

  • Vicariato di Portoferraio nell’isola dell’Elba. Vicariato dell’isola del Giglio. Isola di Gorgona. Posizione della costa ed isole del mare Toscano corretta con osservazioni astronomiche da Ferdinando Morozzi nel 1754

    La carta, in 6 sezioni da ricomporre (misura totale 1196×1140 mm), inquadra l’intera isola d’Elba con il vicariato granducale. In riquadri posti nella cornice compaiono: il litorale toscano con tutto l’Arcipelago e la Corsica orientale; le isole del Giglio e di Gorgona e parti di Pianosa, di Capraia, di Montecristo e ancora di Gorgona; e, con piante e vedute, Portoferraio, Giglio castello, Giglio porto, Giglio Campese, Capoliveri, santuario elbano di Madonna delle Grazie, Portolongone oggi Porto Azzurro e Capo Sant’Andrea. La rappresentazione – come tutte le mappe di podesterie e vicariati – è costruita secondo il metodo delle “carte da viaggio”: è composta da sezioni da ricomporre, incollate su tela e ritagliate a loro volta in rettangoli in modo da permettere di piegare la mappa senza rovinare il disegno. I contenuti sono quelli consueti della cartografia ammnistrativa: insediamenti (in rosso, con quelli religiosi contrassegnati da una croce), strade (in marrone), corpi idrici (in azzurro), e l’orografia è resa con lo sfumo. Le diverse isole sono rappresentate in scale di riduzione diverse: scala di miglia 3 fiorentine = mm 150 (isola d’Elba) – scala di miglia 4 fiorentine = mm 200 (isola del Giglio) – scala di miglia 2 fiorentine = mm 100 (isola di Gorgona) – scala di miglia 50 fiorentine = mm 128 (costa e isole).

Imago Tusciae
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